In Marocco. Diario di un viaggio sulla strada

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Informazioni sull'autore

Fabio Truzzolillo è nato nel 1983 a Lamezia Terme, in Calabria, dove attualmente vive. Ha da poco concluso a Pisa un dottorato in Storia Contemporanea. I risultati della sua ricerca sulla ‘ndrangheta durante il Fascismo sono in fase di pubblicazione per le edizioni Talos. Per Rubbettino ha curato il reportage di Adolfo Rossi, Nel regno di Musolino (2016). Questo è il primo tentativo di narrativa di viaggio.

Codice: 978-88-98838-51-6

Autore: Fabio Truzzolillo

Editore: Talos edizioni

Anno: 2016

Genere: Reportage - Racconto di viaggio

Prezzo libro: 14.0 €

Prezzo PDF: 0.0 €

Nº pagine: 194

Dimensioni: 13*20 cm

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Trama

Un viaggio in autostop tra villaggi arabi ed imazighen, due viandanti senza bussola e una carrellata di uomini e donne ben disposti ad accoglierli: è quanto custodiscono queste pagine a metà strada tra il reportage e il racconto. Lungo tutto il tragitto da Fez al Sahara, attraverso l’Atlas e le oasi del Tafilalet, e poi a sud, fino a Marrakech, lungo le valli aride, bagnate di verde, della Vallée de Roses, sono le persone incontrate, le loro storie e l’ospitalità ricevuta a rivelare il Marocco e a scandire il tempo della narrazione, mentre i luoghi visitati fanno da cornice a un diario di riflessioni che utilizzano la strada per uscire allo scoperto. Il viaggio diventa allora un esercizio di cammino e di incontri, una pratica di vita essenziale, libera e aperta – e magari anche precaria, nella sua accezione più spirituale –, un esperimento in provetta di un modello di vita basato su lentezza e fiducia e sulla consapevolezza che quando si esce dal proprio guscio, in alcune circostanze e per approssimazioni, si diventa semplicemente occhi e piedi e le esperienze e gli incontri si manifestano in purezza. È una condizione di privilegio, cercata per scelta e limitata nel tempo, che ha il merito di rivelare le impalcature che ci imbrigliano nella vita di tutti i giorni e di riconoscere, per sottrazione, l’umanità. Ma la vera sfida è il ritorno, perché è la vita stessa che bisogna saper rendere libera.