Sette Secondi

004

Informazioni sull'autore

Giorgio Micheli nasce a Trieste il 14 maggio 1959. Vive e lavora nella stessa città, dove dal 1986 svolge l'attività di educatore nel campo della disabilità psichica. Da più di 30 anni, svolge anche l'attività di musicista, suonando in svariate formazioni musicali, compresa, l'orchestra del teatro G. Verdi di Trieste. Inizia a scrivere poesie avvertendo l'esigenza di condividere la sua intimità di pensiero con altre persone. Frequenta l'associazione "Poesia e solidarietà" di Trieste. Nel 2011 pubblica il suo primo libro: "I peschi in fiore" edito dalla Aletti editore. Ha pubblicato inoltre, sempre per la Aletti editore, singole poesie in antologie di autori vari: Il Federciano 2011, Sotto l'albero delle mele 2001, Dedicato a...poesie per ricordare 2012, Parole in fuga vol. 8, 2012. Nel mese di settembre 2012 è uscita la sua seconda silloge poetica che riprende con una visione più matura il discorso de " I peschi in fiore ".

Codice: 978 - 88 - 908410 - 5 - 7

Autore: Giorgio Micheli

Editore: Talos edizioni

Anno: 2013

Genere: Narrativa italiana

Prezzo libro: 10.0 €

Prezzo PDF: 0.0 €

Nº pagine: 120

Dimensioni: 14x21 cm

Acquista  

Trama

A breve distanza da Un vuoto incolmabile (Talos edizioni, 2013) Giorgio Micheli si conferma, con Sette secondi, autore sensibile alle tematiche complesse e dai profondi risvolti etici, scandagliati (con merito) avvalendosi della forza investigatrice di una prosa gentile. Lo stile narrativo dell’autore è ormai consolidato e giunto a piena maturazione. I personaggi del libro sono ef- ficacemente caratterizzati e un misurato dosaggio favo-orisce una crescente immedesimazione da parte del lettore, la cui curiosità, divenuta irresistibile, trova libero sfogo in un finale tutto all’insegna dei colpi di scena. La città d’ambientazione dell’opera resta Trieste, con le sue strade, piazze, bar e quel mare galeotto e affascinante che riflette la personalità ancora innocente, cristallina di Alberto e Alice appena conosciutisi e già consapevoli della storia d’amore che sono destinati a vivere. Il concetto di destino è difficile da affrontare e analizzare per chiunque e, spesso, gli accadimenti presentano sfaccettature incomprensibili e dolorose che si fatica non poco ad accettare, eppure, l’autore crede nel libero arbitrio, nel diritto di scelta e, come logica conseguenza di questo, nella responsabilità dell’uomo per ogni azione commessa. Di fronte al potere coercitivo che assume tale principio, anche l’irruenta giovinezza è costretta ad arrendersi. Diventa, pertanto, indispensabile avere dei solidi punti di riferimento, delle pesanti ancore umane che non ci permettano di allontanarci dai nostri valori e obiettivi; ruolo svolto, all’interno del romanzo, dalla famiglia, nella quale la protagonista femminile cerca e trova rifugio ogni volta che la vita sembra accanirsi contro la sua persona non risparmiandole sofferenze ed interrogativi lancinanti. Uno di questi riguarda l’aborto, la consapevole decisione d’impedire che una vita umana possa naturalmente sbocciare e dispiegarsi, godere di quei primi, intensi, sette secondi, nei quali ogni bambino è “perfettamente innocente e ignaro di quello che il destino gli riserva”. Negare a qualcuno, fosse anche soltanto un potenziale individuo, una siffatta possibilità, lascia inevitabilmente, nell’animo di chi prende una risoluzione del genere, uno strascico che, col passare degli anni, assume sempre più le sembianze di un fardello che finisce con appesantire l’esistenza. Ma, si sa, il destino (e la vita per lui) fa giri strani e può capitare che, all’improvviso, ci venga restituito con gli interessi tutto quello che in passato ci è stato sottratto. Può capitare di riscoprirsi felici e pieni di vitalità proprio quando, fino ad un attimo prima, si credeva d’essere sprofondati nel cinismo più cupo e si aveva davanti agli occhi la visione di un futuro traboccante rassegnazione e quieto vivere. Può capitare, e capita! Alice, interprete forte e piena di coraggio, dopo una serie di violenti scossoni esistenziali, raggiungerà quell’agognato benessere materiale e soprattutto spirituale che era riuscita soltanto a intravedere durante la sua giovinezza e che le renderà possibile tollerare perfino la felicità (distante) di Alberto, suo grande, e passato, amore. L’epilogo del racconto è una dichiarazione di amor fati: l’accettazione gioiosa di un destino al quale non ci si può sottrarre, poiché è esso stesso l'unico in grado di realizzare compiutamente la nostra vita. Osvaldo Tartaro