Veloce Sogno

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Informazioni sull'autore

Antonio Iacopetta è nato a Lamezia Terme nel 1942. La sua prima raccolta poetica, L’ultima riva (La Modernissima, 1988), è preceduta da un’intensa attività critica e da saggi monografici su Penna, Caproni, Luzi, Bertolucci, Sereni ecc. Di seguito pubblica le raccolte Minimalmente (Passigli Editori, 2015) e Reticoli (Lepisma Edizioni, 2016). Per il volume Costanti e varianti nella poesia italiana del Novecento ha ricevuto a Tagliacozzo nel 1988 il premio per la critica da una giuria presieduta da Mario Scotti. Ha collaborato a numerose riviste letterarie, tra le quali “Riscontri” e “Il lettore di provincia”.

Codice: 978-88-98838-80-6

Autore: Antonio Iacopetta

Editore: Talos edizioni

Anno: 2017

Genere: Silloge poetica

Prezzo libro: 10.0 €

Prezzo PDF: 0.0 €

Nº pagine: 92

Dimensioni: 13*20 cm

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Trama

L’intero assetto della poesia di Antonio Iacopetta si impone con levità, come quelle verità che sussurrano appena un profondo e misterioso legame fra letteratura e vita, quel brusio dei richiami che percepisce solo l’ospite che si confessa estraneo al mondo tutto attorno. E il percorso letterario di Iacopetta, così da irregolare – tra critica e ispirazione, approcci che affollano la stessa anima inquieta – così da appartato – figura defilata, prudente tra le ore della mondanità letteraria, i suoi occhi guardano altrove o in profondità – rimanda, per modo di essere e di avvertire, a un contesto minimalista che rifugge ogni cadenza lirica smisurata. Mai estraneo alla sua sensibilità, anche in Veloce sogno ripercorre questo modo di abitare la poesia, con una raccolta che sfila tra le sue espressioni con una velocità tutta sua, particolare, un tempo minore se fosse il tempo l’incognita da conquistare. La ragione di queste poesie è di aprirsi una rappresentazione possibile del paesaggio che attorno scorre rapido, e pare che solo con questo linguaggio asciutto, così definito minimalista, possa fare luce chiara e immobile di riflesso sulle pareti scivolose di un vortice esistenziale. Da cultore della vita minima delle parole, Iacopetta fa dell’interrogazione del discorso poetico un punto di partenza per l’uomo: decisivi i versi nel domandare, mentre quella luce di prima va calando, come fare a restituire ancora voce ai ricordi, a comprimere l’aria attorno per ricevere ancora calore, a considerare i passi e non gli anni. Sono questi riferimenti minimi a provocare a tutta prima un’espressione poetica che riesce particolarmente metaforica, non concedendo nulla ai progetti di gloria e di bellezza; giammai può fingere la chiarezza, né sulla sorte degli uomini né sulla cura dei sogni. Pasquale Allegro