IL ROTOLO DI RAVENSBRÜCK

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Informazioni sull'autore

Elena Blancato nasce a Trieste l’otto marzo del 1965. Pubblicazioni Luglio editore: “Martin lo Škrat”, “Le Voci del Carso”, “I sogni del Carso”, inerenti le antiche tradizioni del Carso. Pubblicazioni Talos edizioni: “Fuori dal tempo”, “Ruah - Il Soffio dello Spirito”, “La signorina inutile, romanzo di riflessione sul perché del male”, “Gli Spiriti del Carso”, “Il pescatore del Carso”, “L’odore del pane”, “Pace, lavoro e pane - piccolo saggio sulle riflessioni di un sacerdote durante la persecuzione fascista a Trieste”, “Il boia cieco”, “Il viaggiatore del Carso”, “Korčula, l’isola dei filosofi”. Nel 2011, Premio Giuliani nel mondo per “Il Rotolo di Ravensbrück”. Nel 2014, è tra i vincitori del Premio Fogazzaro per “Ruah - Il Soffio dello Spirito”, inerente il martirio di Padre Placido Cortese. Nel 2015 è tra i vincitori nel concorso in memoria di Elca Ruzzier, con “Il lato materno della storia”, inerente l’opera cristiana di Majda Mazovec. Nel 2016, Premio Giuliani nel Mondo, per il racconto “Malika”. Testi tradotti in lingua slovena dalla Professoressa Lea Caharija e pubblicati da Talos edizioni: “Ribič s Krasa”, (Il pescatore del Carso), “Vonj po kruhu” (L’odore del Pane). Nel marzo 2016, il testo “Ruah - Il Soffio dello Spirito”, viene tradotto in lingua slovena dalla Professoressa Marija Cenda, sceneggiato, e trasmesso nel programma di prosa radiofonica Piccola Scena per conto della Rai - Radiotelevisione Italiana. Nel gennaio 2017, racconto storico “Il Rotolo di Ravensbrück”, viene messo in scena a Trieste da Michela Cembran, responsabile dell’Associazione La Macchina del Testo.

Codice: 978-88-98838-78-3

Autore: Elena Blancato

Editore: Talos edizioni

Anno: 2017

Genere: Narrativa italiana contemporanea

Prezzo libro: 10.0 €

Prezzo PDF: 0.0 €

Nº pagine: 88

Dimensioni: 14*21cm

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Trama

“C’è ancora un fascismo, non necessariamente identico a quello del passato. C’è un nuovo verbo: non siamo tutti uguali, non tutti abbiamo gli stessi diritti. Dove questo verbo attecchisce, alla fine c’è il Lager.” Primo Levi